Siamo in un locale della periferia trentina. È tardi, domani si lavora e sul tavolo diverse caraffe di birra ormai vuote tengono compagnia a due amici intenti a discutere della loro band. Il batterista ha mollato e diamine non si riesce a trovare uno straccio di chitarrista.
"Oste!!! Rum!!"
Gli anni passano e non ne rimangono ancora molti per realizzare il sogno di una vita.
Arriva il barista. In mano tiene una Havana 15 anni e nell'altra due bicchierini. Versa da bere a Rocco e Bazza e se ne va lasciandoli ai loro discorsi. I due brindano e bevono. Il liquido ambrato scendendo per il gargarozzo scalda le viscere dei due e Bazza, il cantante, è come folgorato da un'illuminazione. Guarda il suo socio bassista e gli dice "Ma a cosa ci serve un chitarrista? Mettiamo su una band a due bassi. Io lo so suonare. Ci troviamo un batterista ed è fatta. Mettiamo su una band schifosamente smacinosa."
Correva l'anno 2006, i due non lo sapevano ma in quel preciso instante nascevano gli Animavana.
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