"Isole è un'atmosfera, una serie di immagini catturate una notte, attraversando la città in macchina sotto la pioggia. Ero investita da una sensazione fortissima, - racconta Marilena - quella dell'impossibilità di perdersi in un luogo conosciuto. Come a Napoli. In fondo sai sempre dov'è il mare, e a Oriente c'è lui, il Vesuvio. Isole è come un manifesto poetico del saper "raccontare ma raccontarsi no". Quella notte vedevo la pioggia come una tempesta simbolica, piena di significati. Una tempesta di pioggia per dissetare una sete "atavica", della città, della terra, della vita. "Le tempeste vanno dove si ha sete", perché qui la sete è metafora dell'avidità dell'uomo di evolversi e la tempesta va dove può andare, cioè dove può essere affrontata. La tempesta è l'evento, anche nefasto, difficile, catartico, esattamente proporzionale al nostro essere e alla nostra possibilità di viverlo e superarlo.