è il bene che resta

È il bene che resta è nato a casa ai tempi della pandemia, momento storico che ha segnato le nostre vite aprendo porte a nuovi scenari; da un lato la possibilità di rimettersi in gioco, riprogrammare e tracciare nuovi percorsi, dall’altro invece ritrovarsi prigionieri della paura che ha contribuito a creare idiosincrasia tra gli esseri umani, sempre più divisi e intolleranti verso l’altro, verso il diverso.
Le tracce di questo disco navigano in superfice e in profondità, tra il mondo materiale e il mondo interiore “non c’è tempo per amarsi”, “come vecchie pellicole” , tracciando una linea da percorrere con la grazia di un funambolo “Equilibri precari”.
In questa dualità trova spazio il tema della perdita “è il bene che resta”, “chi se ne va”, “marinai” e quello della leggerezza come nella scanzonata “La soffitta” che ci riporta a guardare con ironia da spettatore un nuovo cambiamento “tutto cambia”.