é parole ca nun dice

Il brano, finalista al Festival di Napoli 2020, nasce dalla continua ricerca
dell’autore, Genny Esposito, di testi in lingua napoletana e sonorità moderne
senza mai distaccarsi dalle origini e senza mai piegarsi ai cliché di autori che
senza innovazione, propongono i soliti testi che parlano d’amore.
Il dialetto napoletano è la lingua importante e musicale, scelta per dare voce
a delle emozioni profonde che nascono quando un animo sensibile non
riesce ad esprimersi, a trovare le parole adatte per creare un contatto con gli
altri. Le parole che creano vuoti e le parole che colmano dei vuoti. La musica
pensa a tutto il resto.
Un arrangiamento curato ed evocativo, accompagnato da una chitarra
melodica e da una ritmica che si arricchisce con la voce di Emanuele, una
voce carica di emozione che con dolcezza e vigore, ti trasporta nell’atmosfera
di un brano che affronta la tematica sempre attuale della difficoltà di
comunicazione, in un gioco di armoniosi falsetti.
Il brano interamente autoprodotto, nasce dall’incontro di Emanuele Matrullo e
Genny Esposito che si interseca bene con la loro passione consolidata nel
gruppo Soulbahia, progetto musicale nato dieci anni fa da un’idea di Genny
Esposito. Un progetto che propone un repertorio con un sound dai ritmi latini
con radici partenopee che fonde l’anima del soul /pop con un mix di sonorità
brasiliane, reggae, salsa, r&b ,etc … , arricchito da mash-up tra i classici della
canzone autorale italiana/napoletana e internazionale dagli anni ‘40 ad oggi.