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Biografia - Abulico

“Fragile parla dei ricordi,
delicati come una girandola di carta,
ma forti come i colori che riportano alla mente”

 

Gli Abulico tornano con il singolo “Fragile” in FREE DOWNLOAD A PARTIRE DAL 9 APRILE su www.abulico.com, primo estratto dal nuovo album della band napoletana: Il Colore dei Pensieri- in uscita dopo l’estate, che segna la svolta in italiano della band.

Brano e video annunciano un mini tour che farà da banco di prova per le nuove canzoni inserite nel disco, e la promessa di tantissimo altro materiale da pubblicare per chiamare a raccolta vecchi e nuovi fan.

A distanza di tre anni esatti dall’uscita di “BEHIND”, album d’esordio della band (Seahorse/Audioglobe), gli Abulico iniziano a pubblicare il nuovo materiale, con l’intento di recuperare il tempo passato.

“Fragile” è il singolo che rappresenta una svolta della band. Le sonorità più cupe e introspettive lasciano esplodere il calore delle tinte forti, in una chiave più corale in cui la lingua italiana si sostituisce a quella inglese e nella quale le tematiche testuali parlano, con linguaggio diretto, di sogno e di contrasti, del ricordo dell’infanzia, di rivalsa ed esplosioni emotive, e dei momenti dove anche la routine quotidiana può colorarsi di gioia e di sogno.

Il Videoclip, girato da Nello Giordano, è la giornata tipo di Alessandro – frontman della band, ripresa con una snorricam attaccata al busto del cantante, e proposta per intero in tutte le sue fasi ordinarie e straordinarie. Con una tecnica audace, il regista campano unisce la tecnica “bodycam” al Timelaps, permettendoci di vivere un’itera giornata in soli tre minuti di video.

“Fragile” è anche l’anticipazione di un album, registrato da Vittorio Maggesi presso lo Starlight Studio di Napoli ed interamente autoprodotto, che vedrà la luce dopo l’estate e del quale la band ha intenzione di lasciar apprezzare qualche altra anticipazione nei prossimi mesi. Il disco vede anche la partecipazione di Fabio Renzullo alla tromba (Foja, The Gentlemen’s Agreement), l’Orchestra Pegaonda ai Surdi e di Eleonora Amato ai violini.

info@abulico.com

www.abulico.com

 

 

 

Principali estratti stampa per “BEHIND”, Seahorse/lunatik/Audioglobe 2009

 

ROCKERILLA voto 7: "...un sottile filo rosso a unire gli Smiths più rockettari ai Radiohead meno avanguardisti
RUMORE voto 8: "...band eccellente per un esordio maiuscolo.."
IL MANIFESTO: "... un disco dove malinconia e sogno si rincorrono e si scontrano .."
MUCCHIO SELVAGGIO voto 7 : "...un songbook già parecchio ispirato alla sua prima uscita pubblica.."
ROCKSTAR : "... più che musica un sospeso viaggio mentale .."
INDIEFORBUNNIES: "... un cielo
nero gonfio di rabbia soffocata, incredulità e chitarre l
aceranti .."
ROCKIT: "... un album che sublima le emozioni e frustrazioni di intere generazioni ..."

da ALIAS (IL MANIFESTO) di Maggio 09

Quartetto indie rock campano che esorcizza il proprio nome rivolgendosi a sonorità tutt'altro che autoctone. Se esiste un sottile filo rosso a unire gli Smiths più rockettari ai Radiohead meno avanguardisti, è con esso che sono intessuti i capi più avvolgenti di questo esordio. Misurarsi Destiny e Hide me per tutti. Modelli adatti a celebrare la regina morta nei panni di un androide paranoico. La voce convince più sui registri acuti che in quelli medio bassi, come dimostra la bellissima e jeffbuckleiana leave me Out. Niente male anche la veste di produttore di Paolo Messere, anche ai synths, per una sfilata non abulica ne tantomeno anoressica.

di Diego Cappelli

 

Da ROCKIT.it

Può sembrare improbabile nell'immaginario collettivo, ma anche a Napoli ogni tanto piove. Nelle giornate di pioggia i pensieri e le malinconie si uniscono mischiandosi alla rabbia, emozioni dense come le pozzanghere di una città umorale, che ama vestirsi colorata dal cielo, intensa. Sempre e comunque. "BeHind" - esordio dei napoletanissimi Abulico – è una piccola gemma musicale, un dipinto fatto di angoli e diapositive di difficile immaginazione, oscurità e cemento, sguardi persi nel vuoto, pensieri che scorrono lontano.
Dodici tracce che entrano nel cuore e nel cervello, accompagnano ogni piccolo particolare di chi le ascolta, di chi vive un istante malinconico: una sigaretta bagnata, ormai impossibile da fumare, le corse degli scugnizzi tra un riparo e l'altro, lo sguardo di una ragazza di provincia immersa nel caos di una città incomprensibile, forse eternamente. Dodici storie che rincorrono sogni, idee coincidenti quasi sempre con una fuga, costanti offerte di questi luoghi, imperniati da contraddizioni e paradossi che rendono l'aria irrespirabile come la diossina della spazzatura in fiamme. Dove fatalità significa destino, si resta sospesi come pupi in una guerra già persa.
Un lavoro discografico che sfugge dalla tradizione e dalle sue forzate energie contrarie, un'opera spontanea come un sorriso beffardo, un sound che – grazie alla sapientissima produzione di Paolo Messere (Blessed Child Opera) - emerge nella sua opaca bellezza, regalandoci momenti di massimo spessore espressivo. Un disco che piacerebbe ai Turin Brakes, dotato in molti punti di una lirica vicina ai Radiohead, capace di raccontare le vite dei giovani napoletani con un approccio universale, un piglio strafottente di fronte a contesti e culture. 
Un grigiore che terminerà – come raccontato in "Grey Sky" – con uno squarcio di cielo che invaderà tutto e tutti, esploderà nel giallo di un sole che da millenni non si arrende mai, farà sfumare i sentimenti di chi cela tanto da troppo tempo, farà brillare l'immagine di un posto meraviglioso ma stuprato ennesime volte. Un album che sublima le emozioni e frustrazioni di intere generazioni nel vortice di una disillusa quotidianità. Non solo napoletana, ma umana.

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