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Aldo Granese & la Diaspora Band

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Biografia - Aldo Granese & la Diaspora Band

Nel 1999 Aldo Granese fonda insieme al fratello Antonio il gruppo dei “Diaspora” ispirato da uno spettacolo di danza contemporanea che percorreva le tappe dell'odissea del popolo ebraico. La prima formazione della band vedeva Aldo alla voce e alla chitarra acustica (come sarà quasi sempre in seguito), Antonio al basso e il loro allora fraterno amico Angelo Daniele alle tastiere. I tre erano reduci da una precedente esperienza gli "Sfinge" dove Aldo cantava e suonava il sax, Antonio suonava la chitarra, Angelo sempre le tastiere ed altri due storici amici, Ermanno Ferrante e Sebastiano Iasio suonavano rispettivamente basso e chitarra solista. Dopo pochi mesi di prove, Angelo, partito per il servizio civile, allenta la frequentazione con i fratelli Granese, che intanto conoscono Carmine Napolitano (batterista) con il quale registrano il loro primo demo di tre brani presso il Goodly Studio di Alfonso La Verghetta, che in quell'occasione svolse la duplice funzione di fonico e tastierista. L'esperienza non ebbe seguito, Aldo cominciò a fare i primi concorsi da solista e per un po' non si parlò di gruppo. Nel 2001 i due fratelli furono assoldati dal M° Rosario Rosito (chitarrista) nel tentativo di riformare la sua storica band: i "Toledo". Nello stesso anno Aldo entra a far parte dei "Gravitazero", gruppo rock nel quale reincontriamo Sebastiano Iasio alla chitarra e facciamo la conoscenza per la prima volta di Michele Voltini al basso e Stefano Napolitano alla batteria. Gli elementi di questa band confluiranno quasi per intero (Sebastiano sarà sostituito da Carmine Bussone) nei "Voodoo Children" , dirompente blues band che veramente ha lasciato il segno nei nostri ricordi. Nel 2002 i Diaspora scendono nuovamente in campo con una formazione nuova di zecca: Aldo a voce, chitarra e sax, Antonio sempre al basso, Alessandra Bossa (conosciuta nei Toledo) alle tastiere, Giuseppe Galeotafiore alle chitarre e Michele Spampanato alla batteria. Si vive un'esperienza molto intensa, anche se di breve durata e, soprattutto, si registra un nuovo demo di cinque brani dalle sonorità molto più "convinte" sempre al Goodly Studio, si partecipa a numerosi contest, ma finita l'estate il gruppo inesorabilmente si scioglie. Nel 2003 si tenta un'altra formula, in primo luogo per onorare gli impegni presi in precedenza, si ricorre all'aiuto di due altri amici e validi musicisti conosciuti nei Toledo, Andrea Allocca (chitarra) e Pasquale Aprile (sax); a questi si aggiungono Salvatore Zannella (batteria) ed Emilio Di Stasio (chitarra). Del tutto occasionale ed estemporanea, la formazione non prende piede. Il 2004 e il 2005 vedono Aldo tornato all'idea di continuare la sua strada come solista. Nell'autunno del 2005 il gioco riprende nuovamente con Alessandra Bossa alle tastiere, Aldo ed Antonio nei loro soliti ruoli e le new entries, Michele Chirichiello e Riccardo Schmitt a chitarra-bouzouki e batteria-percussioni. Alessandra lascia presto la formazione e le subentra Emilio Di Stasio alla chitarra acustica, da che Aldo lascerà stare per un po' il suo strumento preferito per dedicarsi alla fisarmonica e all'utilizzo di vari strumenti a fiato, allo scopo di ottenere un cannovaccio cromatico il più ampio possibile. La band fa decisamente tante belle cose, soprattutto in seguito all'acquisto di Fania Lauro al violino e alla voce, registra un nuovo demo alle Officine del Suono (2006), un videoclip prodotto dalla CastorOne (2007), quasi un primo album completo presso la nascente Diaspora Factory (2008), ma neanche stavolta riesce a mantenersi unita. Per l'ennesima volta al punto di partenza, i fratelli Granese ci riprovano in un primo momento con Michele Voltini (questa volta alle tastiere e ai synt) e poi con i vecchi compagni di ventura Giuseppe Galeotafiore e Michele Spampanato a chitarra e batteria. Ne viene fuori un nuovo album che rispecchia a pieno la musica dei Diaspora, più di ogni altra registrazione precedente: “L'arpa dai fili di ferro". Nel 2012, dopo quasi quattro anni di assenza, il gruppo torna a calpestare le scene con un nome parzialmente modificato: Aldo Granese & la Diaspora Band e non più semplicemente Diaspora, allo scopo di evidenziare l'impronta spiccatamente cantautorale. La formazione, che in un primo momento ha sembrato voler prendere una forma ibrida fra rock e folk con l'aggiunta di Valerio Fusco alla chitarra elettrica in luogo di Giuseppe Galeotafiore (uscito dalla formazione subito dopo la realizzazione dell'album) e di Kiko Alfano alla fisarmonica e alla chitarra acustica, è rimasta poi pressoché la stessa: i fratelli Granese mantengono i loro soliti ruoli di cantante-chitarrista (Aldo) e bassista (Antonio), nonché di autori delle canzoni, resta in gioco Michele Spampanato alla batteria e alle percussioni e si aggiunge un nuovo elemento, Angelo Sorda, alle chitarre.
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